La lama dell'assassino by Salvo Toscano

La lama dell'assassino by Salvo Toscano

autore:Salvo Toscano [Toscano, Salvo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2023-06-12T14:45:30+00:00


Da ieri non riesco a pensare ad altro che ad Arben. È una sensazione che mi era ignota, di cui al massimo avevo letto nei miei libri, chiedendomi se mai avrei potuto provarla anch’io. Il tempo sta trascorrendo lentamente, i minuti sembrano ore, le ore giorni. Nessuno a casa mia ci ha fatto caso, figuriamoci. Mia madre mi avrà rivolto sì e no quattro parole. La osservavo ieri sera, mentre guardava in TV con quella sua espressione vagamente ebete questo gioco a premi con Claudio Lippi. È stato l’unico momento sgradevole delle ultime ventiquattro ore, perché guardandomi dentro non ho trovato amore per quella donna e mi sono sentita un mostro, visto che nei libri ho quasi sempre letto che la propria madre, malgrado tutto, la si ama. Anche se è un’idiota che butta i soldi al lotto, non fa altro che starsene imbambolata davanti alla TV e si distrae mentre suo marito tocca nelle parti intime la sua unica figlia bambina? Forse no, forse il mostro non sono io, mi sono detta. E ho cacciato via quei pensieri abbandonandomi al ricordo del sorriso gentile di Arben.

Fino a quando si sono fatte le sei meno un quarto e con una scusa sono uscita di casa. La via era libera, quei due imbecilli probabilmente erano al bar con altri della loro risma a giocare a biliardino e a parlare di calcio, che domenica ricomincia il campionato e i maschi sono tutti eccitati.

Ho camminato guardinga come una ladra, come chi si porta dietro il peso di cattive intenzioni. Ho accelerato il passo davanti a casa di Salvatore, per evitare che mi vedesse. Quel ragazzo è strano. Le mie coetanee, le poche volte che ci scambio qualche parola, dicono che è cotto di me. Sarà. A me non lo ha mai detto. È sempre gentile, alle medie mi dava spesso a parlare. E devo riconoscere che non è un imbecille a tutto tondo come Ciccio Vitale e Peppino Alcamisi. O come mia madre. È intelligente ma, non so perché, non mi ha mai finito di convincere. Dietro quell’aria da bonaccione secondo me cela qualcosa, come se fosse capace di cose turpi. In questo mi ricorda mio padre, che fuori casa nostra indossa quella maschera di gentilezza viscida, che sembra nasconda molto bene ciò che lui veramente è.

Non lo so, forse sono io che ho un problema con i maschi. Fino a ieri salvavo solo il mio piccolo Pierpaolo, quel tesoro di bambino. Uscendo di casa ho incrociato sua madre, Cettina. Sembra una ragazzina se la vedi da lontano, potresti prenderla per una mia coetanea, con quel corpicino minuto e quella faccia da bambina. Mi ha salutato con un cenno della mano e ha tirato dritto, per fortuna, non potevo perdere tempo perché volevo arrivare prima delle sei lì dove avevo incontrato Arben. In realtà, il rischio di perdere tempo con Cettina era basso. È una ragazza algida, gentile senza dubbio, ma mai affettuosa, un po’ come me. Peccato che nemmeno con suo figlio



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